LA FILLEA CGIL VICINA ALLA FAMIGLIA DELL'OPERAIO MORTO SUL LAVORO
"La FILLEA CGIL di Caserta, a cui Agostino Bortone era iscritto fino all'ultimo lavoro svolto, si sente vicina al dramma che ha colpito la sua famiglia e tutta la comunità dei lavoratori edili della provincia di Caserta. Perché la morte di un lavoratore edile segna la vita di ogni operaio edile". Si è espresso così Vincenzo Maio, Segretario Provinciale della Fillea Caserta, per esprimere l'amarezza per la drammatica fine di Agostino Bortone, l'operaio morto in seguito ad un incidente sul lavoro. "La morte nei cantieri edili non ha mai i caratteri di Tragica Fatalità – ha continuato Maio - ma spesso di cinismo, di mancato rispetto delle regole, di sfruttamento esasperato di chi ha bisogno di sopravvivere. Agostino Bortone, 61 anni operaio edile di Cesa, padre di quattro figli, cittadino di una comunità devastata dalla disoccupazione e vessata dalla illegalità, non ce l'ha fatta. Caduta dall'alto, questa sarà la casistica in cui sarà catalogato l'evento.
Ma Agostino non era un lavoratore regolare. Aveva perso il lavoro nel luglio del 2011 e da allora era rimasto nel limbo dell'irregolarità, del lavoro nero. Un lavoro che a tutti costi bisognava fare per sostenere la propria famiglia. Tutto ciò è la dimostrazione che la Legge Fornero, il Jobs Act, e le leggi varate come salvifiche di un mercato di lavoro, hanno prodotto solo povertà e disperazione. Perdere il lavoro a 55 anni, come è successo ad Agostino, significa scivolare fuori dal mercato del lavoro regolare. Significa "arrangiarsi" con lavori occasionali e ancora più precari e meno sicuri di quel lavoro edile già di per se precario e pericoloso".
Ma Agostino non era un lavoratore regolare. Aveva perso il lavoro nel luglio del 2011 e da allora era rimasto nel limbo dell'irregolarità, del lavoro nero. Un lavoro che a tutti costi bisognava fare per sostenere la propria famiglia. Tutto ciò è la dimostrazione che la Legge Fornero, il Jobs Act, e le leggi varate come salvifiche di un mercato di lavoro, hanno prodotto solo povertà e disperazione. Perdere il lavoro a 55 anni, come è successo ad Agostino, significa scivolare fuori dal mercato del lavoro regolare. Significa "arrangiarsi" con lavori occasionali e ancora più precari e meno sicuri di quel lavoro edile già di per se precario e pericoloso".
Anche la segretaria generale della CGIL di Caserta, Camilla Bernabei, ha manifestato la necessità di intervenire con controlli intensificati sui cantieri, per debellare il lavoro nero e la precarietà delle condizioni di lavoro degli operai. "Nonostante le sollecitazioni e l'ultimo tavolo istituzionale richiesto e avuto in Prefettura solo qualche mese fa – ha dichiarato - ancora non si riesce ad attivare un sistema di controllo maggiormente efficace per la lotta al lavoro nero. La sicurezza sui posti di lavoro è ancora considerata un optional che si può evitare. C'è, invece, più che mai la necessità d'intervenire nei cantieri edili con la massima attenzione e con controlli che vadano oltre i metodi in atto; bisogna intervenire anche con controlli incrociati che possano far emergere l'illegalità". Costituzione di parte civile, oltre alla richiesta di omicidio colposo, sono le iniziative che la FILLEA CGIL di Caserta metterà in campo per ogni grave e luttuoso incidente che si verificherà nel settore delle costruzioni, poiché occorrono "sanzioni" più certe ed efficaci. Come il governo ha già fatto per le vittime della strada, così bisogna fare anche per quelle sul lavoro: nel pieno rispetto dello stato di diritto, di fronte ad accertate responsabilità, la morte sul posto di lavoro deve essere considerata un omicidio, per questo, la FILLEA CGIL ha chiesto che questo reato venga introdotto nel nostro ordinamento giuridico. Sanzione certa, quindi, per i responsabili di tali omicidi e sostegno alla famiglia, vittima due volte di tali drammi. La FILLEA CGIL, ancora una volta, ha contribuito, su proposta del Consigliere Marciano della Regione Campania, all'approvazione di un legge regionale per il riconoscimento di una indennità per il sostegno socio- educativo, scolastico e formativo dei figli delle vittime di incidenti mortali sul lavoro. A questo proposito sarebbe opportuno che la Regione Campania agisse direttamente al riconoscimento dell'evento anziché attendere la richiesta da parte dei familiari, spesso ignari di tale norma soprattutto perché sopraffatti dal dolore.
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