Itinerario d'Arte in Terra di Lavoro - Chiude la rassegna


Al termine il lungo percorso di "Itinerario d'arte in Terra di Lavoro"
Chiude, con un bilancio molto positivo, la rassegna itinerante che per nove mesi ha fatto rivivere borghi e luoghi storici del casertano grazie al contributo dell'arte contemporanea.
Si è concluso il lungo percorso dell'esposizione d'arte itinerante "Itinerario d'arte in Terra di Lavoro" con l'ultima tappa ospitata presso il Complesso Monumentale di San Leucio dal 24 maggio al 6 giugno scorso.
L'iniziativa è stata organizzata dall'Associazione Arteggiando in collaborazione con l'Ordine degli Architetti P.P.C di Caserta e curata dall'architetto Giovanna D'Amodio, presidente dell'Associazione Arteggiando. L'idea alla base del progetto è stata quella di portare all'attenzione e alla conoscenza di un vasto pubblico dimore baronali, castelli e antichi edifici di rilevanza storico-architettonica presenti su tutto il territorio provinciale del casertano, recuperati grazie allo sforzo di privati ed enti pubblici, attraverso interventi di restauro e conservazione architettonica. L'itinerario d'arte è stato un lungo percorso artistico in questa terra ricca di tante bellezze architettoniche e naturali, durato circa nove mesi, con la duplice finalità sia di promozione dell'arte contemporanea sia di valorizzazione del patrimonio architettonico del casertano. 
Da questi antichi edifici ricchi di fascino e storia si è tratto spunto per il tema della rassegna, la quale ha inteso vivificare la memoria e le testimonianze del passato di questa terra con le sue peculiarità, attraverso un'analisi del contesto ambientale e del suo sviluppo sociale, realizzando così un  viaggio  tra realtà e memoria. L'itinerario artistico ha individuato cinque siti storico-monumentali portandoli all'attenzione del pubblico attraverso una ricca esposizione di artisti contemporanei di fama nazionale e internazionale. Dall'incantevole Borgo Medievale di Riardo, con lo splendido castello di epoca longobarda, al Castello di Casapozzano ad Orta di Atella  riportato allo splendore originario grazie allo sforzo di privati che hanno posto massima cura e attenzione alla conservazione e al ripristino degli elementi originari, fino a siti più noti come il Museo Campano di Capua, con la famosa collezione delle "Matres Matutae" o come il Museo di Calatia a Maddaloni, residenza principale dei duchi Carafa della Stadera,  oggi destinata a sede del Museo Archeologico Nazionale. Infine, si è scelto di allestire  l'ultima tappa in luogo estremamente rappresentativo del casertano e patrimonio universale dell'UNESCO, ovvero il Complesso Monumentale di San Leucio. La mostra è stata ospitata presso le splendide Sale delle Filande e della Coculiera, aperte finalmente al pubblico dopo quindici anni di abbandono. In tale ottica si può affermare che la manifestazione è riuscita a centrare l'obiettivo, quello  di promuovere il patrimonio architettonico del casertano, riportandolo alla fruizione di tutti  attraverso il tramite dell'arte, con esposizioni artistiche allestite all'interno di tali strutture.
A questo lungo itinerario d'arte hanno aderito artisti provenienti da tutto il territorio nazionale; dalla Lombardia, dal Veneto, dall'Umbria, dal Lazio, dalla Sicilia e dalla Campania, ognuno con il proprio peculiare contributo artistico. La rassegna ha avuto una grandissima risonanza sul territorio sia a livello mediatico, sia in termini di affluenza di pubblico: persone del settore e non che si sono lasciate incuriosire dalla manifestazione artistico-culturale. Nell'arco dei nove mesi di esposizione sono stati associati al percorso artistico altri eventi culturali, quali convegni, proiezioni di cortometraggi, presentazioni di libri, concerti, degustazioni di prodotti tipici, sfilate di moda, e performances, al fine di creare un contenitore culturale e dare un'ampia visione dell'arte su vari livelli, riuscendo a cogliere in tal modo l'attenzione di un pubblico differenziato. L'auspicio e che quest'evento sia riuscito a dare anche un piccolo contributo affinché questo territorio, recentemente ricordato dalle cronache come Terra dei Fuochi, possa ritornare ad essere invece Campania Felix, anche in senso di  rinascita culturale e sociale.

Simone Ottaiano, Ufficio Stampa SEMA


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