Puglianello, scoperta lapide sepolcrale gentilizia

Che la cappella di San Rocco rientrasse tra le poche emergenze storico artistiche di Puglianello lo si sapeva da tempo, già negli Atti di S. Visita di Mons. Eugenio Savino del 1596, è menzionata come Oratorio "propre castrum", dove si celebrava sporadicamente per la devozione dei fedeli. Di patronato del Barone"Est opere fornicato constructum, et habet picturam in parete".
Che all'interno della Cappella fosse stato sepolto il Barone Francesco Maria Paolella, anche questo emergeva dalla lettura di alcuni atti.
Ma che, in occasione del restauro, la Cappella dovesse farci scoprire – inaspettata sorpresa – uno straordinario elemento di conferma della sua rilevanza storica, questo evidentemente non era nel conto: una lapide sepolcrale di buona fattura con la scritta Franciscus Maria Paulella Puglianelli Baro – IV - era stata coperta e quindi occultata, in occasione dell'ultima ripavimentazione in ceramica del secolo scorso.  

La Cappella dedicata a San Rocco, da una lettura stilistica è databile ai prima anni del sedicesimo secolo. Poche sono le notizie d'archivio utili alla ricostruzione storica dell'edificio. E' orientata a sud e presenta una facciata tipo tempio classico con un frontone triangolare, al centro si apre un portale architravato e il timpano è caratterizzato da un'apertura lunettata con finiture ad intonaco tinteggiato. Sul lato sinistro il 21 giugno 1934 fu allocata una Croce in ferro della XII S. Missione dei Passionisti. Internamente, la navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale, è coperta da una volta a botte e si conclude con un abside semicircolare. Sul fondo l'altare in marmo presenta un impianto decorativo di estrema semplicità, mentre sulla parete destra affiora una piccola acquasantiera lapidea a conchiglia,.
Le murature delle strutture portanti verticali sono in pietrame intonacato, mentre le strutture di orizzontamento presentano una volta a botte sopra la navata e una calotta sulla zona presbitero-absidale. Il tetto della navata a doppia falda è ricoperto da coppi in laterizio, mentre il tetto dell'abside, ribassato e ristretto rispetto alla navata, è semiconico con campanile a vela.
Di proprietà della famiglia Iannotti è stata donata nel 2015 al Comune di Puglianello che, con progetto approvato dalla Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento, sta provvedendo al restauro e al recupero funzionale della struttura, in particolare riproponendo la copertura in coppi, il risanamento del paramento murario e del pavimento, la tinteggiatura interna ed esterna, il consolidamento e restauro dell'altare e di tutti manufatti lapidei, lignei e in ferro. Il sindaco Tonino Bartone, nel comunicare l'interessante scoperta, ha manifestato tutta la sua soddisfazione per gli straordinari risultati che, in collaborazione con la Soprintendenza, retta dall'arch. Salvatore Buonomo, si stanno raggiungendo attraverso un'oculata politica di riqualificazione e valorizzazione del patrimonio architettonico, archeologico e storico - artistico del territorio. Un grazie da parte del sindaco anche a quanti continuano a offrire il loro contributo per la conoscenza e l'approfondimento del patrimonio culturale e della storia del piccolo paese del telesino.
I Paolella arrivarono a Puglianello agli inizi del Seicento: Giovan Maria Paolella nel 1615 comprò da Orazio Santantonio il feudo di Puglianello per 9750. Nel 1623 a Giovan Maria successe il figlio Francesco Paolella, e a questi nel 1640 il figlio Giuseppe Maria. A Giuseppe Maria nel 1690 successe Francesco Maria Paolella che morì nel 1710, lasciando il feudo a Emilia sua primogenita, dalla quale nacque - a Puglianello - Ottavio de Rinaldo che nel 1739 successe al feudo. Alla morte di Ottavio, fu dichiarato erede per testamento Giuseppe de Martino de Carles, suo cugino figlio di Porzia Paolella, sorella minore di Emilia; da Giuseppe nacque il Barone Francesco de Martino de Carles, ultimo Barone di Puglianello della discendenza della famiglia Paolella.
Salvatore Candalino

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