Recupero del campanile di San Pietro ad Montes - Piedimonte di Casolla - San Nicola la Strada

(Di Andrea A. Ianniello) - Si è tenuta, presso la sede delle Associazioni "TresArt" ed "Artemisia", la Conferenza del COOR.TI., il "Coordinamento Tifatino", recentemente formalizzato, ma nato già l'anno scorso, il 2010. Il tema era quello di presentare un'ipotesi per un Concorso pubblico relativo al Campanile di San Pietro "ad Montes", Piedimonte di Casolla. Il Presidente del COOR.TI. è don Nicola Lombardi, parroco di Mezzano, tra le altre cose, attento alle tematiche storiche ed ambientali. L'incontro era stato voluto allo scopo di dare un piccolo segnale.

E' intervenuto Giuseppe Vozza, vice presidente operativo del sodalizio, che ha illustrato brevemente gli scopi del COOR.TI., per poi entrare "in medias res" e trattare nello specifico la questione di S. Pietro "ad Montes", della sua storia e del suo stato presente, davvero non esaltante. Molto, troppo si è perso nel corso del tempo. L'importanza del bene, poi, non è da sottovalutare poiché si tratta, come ha sottolineato Vozza, di una Basilica "desideriana", voluta, con Sant'Angelo "in Formis" - decisamente più fortunata! - dall'Abate Desiderio di Montecassino (al secolo Dauferio Epifani, Benevento 1027 - Montecassino 1087), poi papa Vittore III. Ha sottolineato Vozza che, dai pochi studi su quanto rimasto del ciclo pittorico - davvero poco - all'interno di San Pietro "ad Montes", il ciclo che vi si trovava era di maggior pregio del pur splendido in Sant'Angelo "in Formis", ciclo quest'ultimo che però ha avuto la fortuna di conservarsi.

Ha preso la parola, poi, Andrea Ianniello, il cui intervento è stato più attinente al solo Campanile, in realtà di epoca successiva, è normanno anche come stile, e, dopo aver sottolineato della presenza di taluna piccola figura sui pochi capitelli del Campanile, ha rilevato come esso sia in uno stato anche peggiore del resto, che non è che stia in un grande stato. Tra gli interventi, si deve rilevare un accenno polemico di uno dei presenti che suggeriva di cambiare il nome di Caserta vecchia. E' opportuno ricordare anche della proposta di cambiare il nome dell'attuale Corso Trieste. Ah nominalismo meridionale! Magari tutto fosse così semplice. E' auspicabile, piuttosto, che si uniscano le forze per degli scopi fattivi e, dopo, potranno venire anche queste cose, ma non è vero l'inverso.

L'incontro si è chiuso con delle proposte pratiche di azione. Durante tutto l'incontro, una serie d'immagini proiettate sul muro come diapositiva, ha senza dubbio aiutato a dare sostanza concreta agli interventi.

Commenti